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PRESENTE E FUTURO DEL CALCIO DILETTANTISTICO: L'OPINIONE DI NICOLO' DALLAGLIO

Anno nuovo, vita vecchia. Per ora il 2021 non ha portato nessuna novità sul fronte della ripartenza delle attività sportive. Bisognerà attendere il prossimo DPCM, che entrerà in vigore dal 16 gennaio, per capire se il settore sportivo dilettantistico potrà rimettersi gradualmente in moto oppure no.


Dopo l'intervista al nostro consigliere Marco Dessena (qui il link), proseguiamo il "giro di opinioni" sul presente e futuro del calcio dilettantistico con il punto di vista di un altro esperto calciatore dilettante: NICOLO' DALLAGLIO. Nicolò, classe 1993, attualmente in forza al Bibbiano Sanpolo (Eccellenza - Girone A), ha vestito numerose maglie in carriera fra cui quelle di Brescello, Piccardo Traversetolo, Castellarano e Fidenza (solo per citarne alcune) e ha calcato numerosi campi fra Serie D, Eccellenza e Promozione. Nicolò, laureato in Scienze Motorie e specializzando in Osteopatia, oltre ad essere il Responsabile dell'area avviamento al calcio della società Celtic Boys Pratina, è anche socio fondatore e consigliere di Assodilettanti.


Ecco l'intervista che abbiamo realizzato con lui.


1) Ciao Nicolò. Oltre ad essere un calciatore dilettante di grande esperienza, sei anche socio fondatore di Assodilettanti. Cosa ti ha spinto ad aderire a questo progetto?


Ciao a tutti. Ho aderito con grande felicità a questo progetto perché penso che Assodilettanti sia fondamentale per la crescita e la tutela degli atleti dilettanti. Ogni anno mi accorgo che moltissimi giocatori sono disorientati su tantissimi temi e questa nuova associazione può essere il giusto punto di riferimento che ogni giocatore dovrebbe avere perché ci sono esperti in ogni settore e non mi riferisco solo a cose burocratiche, ma tantissime altre. Penso che possa diventare una comunità pazzesca!

Vi faccio un esempio. L’anno scorso un mio compagno con tantissima esperienza nel mondo del calcio dilettantistico si è lesionato i collaterali del ginocchio e ognuno gli diceva una cosa diversa: dalle visite da fare, ai tempi di recupero, a come fare per tornare in campo, a cosa copriva e non copriva la società, ecc. Se si fosse appoggiato ad una struttura come Assodilettanti avrebbe potuto parlare con esperti nel settore ed avere le idee più chiare, oltre che avere una scontistica su degli specialisti per curarsi nel miglior modo possibile. Ci tengo a precisare che non è stata una mancanza da parte della società, la quale ha fatto il possibile. È solo che il mondo dei dilettanti è decisamente complesso su tanti fattori e non ci sono tutte le disponibilità che ci sono nei professionisti. E per di più noi siamo più soggetti a infortuni visto che la maggior parte di noi, oltre che giocare, lavora.


2) Come stai vivendo questo periodo di sospensione dell’attività sportiva? Ti stai allenando individualmente? Cosa ti manca di più del calcio giocato?


Sto prendendo la situazione in modo molto sereno e positivo, facendo e scoprendo cose che prima rimandavo per mancanza di tempo, come per esempio fare quadri e leggere.

Mi sto allenando individualmente con il programma che ci ha fornito il Bibbiano San Polo e devo dire che, stringendo i denti, ho trovato l’equilibrio nel farlo in modo continuativo con la giusta intensità. Penso che questa cosa mi aiuterà tanto in futuro visto che allenarmi è sempre stato un incubo per me soprattutto in inverno, anche se negli ultimi anni sono molto migliorato. Invito tutti a prenderla come sfida soprattutto per quelli che come me facevano già fatica ad allenarsi con lo stimolo della domenica.

La cosa che mi manca di più del calcio giocato è il gruppo, mi manca arrivare ad allenamento e scherzare con tutti, dal magazziniere al ragazzino della juniores. Mi mancano anche le discussioni e il pensiero fisso dei tre punti della domenica.


3) Secondo te, ad oggi, ci sono ancora le possibilità per ripartire e portare a termine il campionato entro giugno/luglio 2021? Oppure pensi che la stagione 20/21 dovrebbe essere definitivamente interrotta e si debba già pensare a programmare stagione 21/22, che presumibilmente partirà ad agosto/settembre 2021?


A questa domanda non posso rispondere. Secondo me dobbiamo avere fiducia negli esperti e fare quello che ci dicono senza avere la presunzione di fare e dire quello che ci passa per la testa solamente perché abbiamo visto un qualche video su YouTube o letto un post su Facebook. Premesso questo, per me non ci sarebbero problemi se si dovesse decidere di ricominciare a giocare e il campionato dovesse finire in estate, magari con qualche modica, ad esempio disputando solamente il girone di andata. Io amo giocare a calcio e per me non sarebbe un sacrificio giocare nei mesi estivi, nel caso in cui ci fossero i presupposti dal punto di vista sanitario.


4) Nel caso in cui si ripartisse nei primi mesi del 2021, pensi che sia attuabile nelle categorie regionali il protocollo della Serie D che prevede tamponi periodici con costi a carico delle società?


In merito a ciò, posso solamente dire che io non avrei nessun problema a fare tamponi periodici, magari affrontando la spesa con la società. Penso che lo stesso valga anche per i miei compagni, se questo ci servisse per tornare in campo.


5) Per la tua esperienza da calciatore, pensi che il protocollo adottato dalla F.I.G.C. nei mesi in cui si è svolta l’attività nelle categorie regionali (agosto/settembre/ottobre 2020) fosse sufficiente o avesse delle lacune? Hai riscontrato delle problematiche legate all’attuazione di tale protocollo?


Noi a Bibbiano abbiamo seguito i protocolli alla lettera. Ci è voluto qualche giorno per adattarci ma poi è filato tutto liscio e io onestamente mi sentivo tranquillo e non ho trovato problematiche. Devo dire che a Bibbiano sono stati molto bravi e attenti nel seguire il protocollo.


6) Salvo modifiche dell’ultimo minuto, a settembre 2021 entrerà in vigore la parte della riforma dello sport che prevede l’introduzione dei contratti di lavoro sportivo anche nel settore dilettantistico. La legge include nella categoria dei lavoratori sportivi anche gli atleti (come i calciatori), che quindi avranno maggiori tutele. È probabile tuttavia che, senza un concreto aiuto da parte dello Stato, ci sarà un aumento di costi soprattutto a carico delle società. Tu che idea ti sei fatto in merito?


Penso che le nostre società abbiano subito un grosso colpo con il Covid e qualsiasi riforma che entri in vigore dovrebbe aiutarle e non metterle in difficoltà. Lo Stato deve cercare di aiutare le società così come deve tutelare i giocatori. Occorre, pertanto, trovare il giusto punto di equilibrio.


7) La stessa legge di riforma prevede anche l’abolizione del vincolo sportivo e la contestuale introduzione di un “premio di formazione tecnica” per le società che hanno formato gli atleti nel settore giovanile. Quest’ultimi, dunque, avranno piena libertà contrattuale e saranno liberi di decidere dove giocare. Le società sportive, dal canto loro, sostengono che senza vincolo avranno meno introiti e non saranno più in grado di programmare l’attività giovanile. Tu come valuti questa situazione?


Penso che sia arrivato il momento aggiornare le disposizioni in materia di vincolo sportivo, perchè questo istituto iniziava ad essere stretto per molti giocatori. Magari in passato le società di categoria superiore non ci pensavano due volte prima di prendere un giocatore di una squadra di categoria inferiore; ma ora la cosa è cambiata: negli ultimi anni, con il diminuire delle disponibilità economiche, sempre più giocatori che avrebbero potuto fare il salto di categoria si sono trovati prigionieri delle società di appartenenza.

Se si deve fare una riforma, però, ripeto il concetto di prima: occorre farla senza mettere troppo in difficoltà le società.


Grazie Nicolò per il tuo prezioso contributo. A presto!

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